lunedì 12 marzo 2012

SOSTITUTI TRAUMATIZZANTI

Anche l'essere umano più stronzo è capace di affezionarsi e provare sentimenti. E il centro delle sue passioni non si limita solo a famigliari, partners sentimentali o amici: spesso noi ci affezioniamo anche a persone e personaggi che alle volte nemmeno esistono, eppure riescono a toccare le nostre corde più intime. A volte per i motivi più svariati queste figure spariscono e al loro posto ne spuntano altre che vorrebbero riuscire a non farci pesare la loro assenza, ma proprio non ci riescono e finiscono così per essere la maggior parte delle volte odiati, spernacchiati o semplicemente ignorati. io ve ne ho segnalati alcuni...





Lifestyle of a Rockstar. Coming soon...



IL CABO
Gianluigi Cavallo, detto Cabo, si ritrovò improvvisamente da perfetto sconosciuto a centro dell'attenzione della scena rock italica quando Ghigo Renzulli lo scelse come nuovo frontman dei Litfiba in sostituzione dell'iconico e carismatico Piero Pelùa dopo che ha mollato la band per differenze inconciliabili col suo socio chitarrista. Il Cabo esordisce nel 2000 in Elettromacumba, l'album con cui la band ripropone un sound più rockeggiante lasciandosi alle spalle il pop dolcificato di Infinito col corpo che cambia. 

Lui è il Ghigo ed io il Cabo, siamo in società...


Purtroppo però la nuova fase dei Litfiba viene praticamente oscurata dalla carriera solista di Pieroa, che ci regala classici istantanei come Io ci Saròa con tutto il mio Entusiasmoa, senza contare il noto e accorato appello Piero e Ghigo a tornare insieme ad opera di Elio e le Storie Tese (e dove il nostro Uomo chiamato Cavallo si prende in giro da solo). Il Cabo lascerà la band nell'indifferenza del grande pubblico nel 2006: della sua esperienza coi Litfiba ricordiamo Larasong, pezzo composto per la colonna sonora del videogame Tomb Raider 6, quasi ad anticipare la piega che prenderà la sua carriera, visto che lascerà la musica per dedicarsi all'informatica.
Poi alla fine Piero e Ghigo sono tornati insieme per davvero.




"Ragazzino, finiscila con quel puntatore laser!"


L'UOMO TIGRE II
Se Naoto Date, il primo, leggendario Tiger Mask rappresentava il Giappone di fine anni 60 a metà strada tra la miseria del dopoguerra e l'imminente boom economico, testimoniato anche dal fatto di devolvere prevalentemente i suoi lauti compensi da wrestler professionista ai bimbi del suo vecchio orfanotrofio, indipendentemente dal numero di mazzate prese a incontro (che non erano poche, tantomeno lievi), il suo successore invece rappresenta i rampanti anni 80 in tutta la loro opulenza: innanzitutto si è fatto incastonare sulla fronte della maschera un rubino Sangue-di-Piccione probabilmente acquistato in una televendita di Sergio Baracco.
 Se il suo predecessore girava con un "semplice" bolide sportivo, lui ha voluto strafare guidando una cafonissima TigerMobile trasformabile senza alcuna utilità oltre quella di trasformarsi, appunto...aggiungiamo anche che si è fatto costruire una sorta di TigerPiramidePalestra in cui risiede una tigre domestica che indossa una corazza, come fosse uno di quei cagnolini col cappottino...



Gli status symbol a cui un maschio vincente non può rinunciare.

Ma la cosa più triste di tutte e che ha privato l'Uomo Tigre II dell'affetto dei fans del suo predecessore, è il fatto che anche lui proveniva dallo stesso orfanotrofio (tant'è che non si è ancora capito bene se lui è il piccolo Kenta da adulto oppure no), ma purtroppo in tutte le puntate non si è filato nemmeno per sbaglio i suoi piccoli ospiti. Ha dato priorità solo al suo ego.









TORI SCOTT
Tori era una teenager tosta: indossava un giumbotto di pelle nero e andava in moto. Come Fonzie ma con le tette. Un bel giorno all'improvviso arrivò a frequentare la Bayside High School dove, nonostante i suoi modi schietti, fece amicizia con quel figo di Zack Morris e la sua comitiva, che coinvolsero la nuova arrivata nelle loro scanzonate vicende, tra cui la formazione di un gruppo vocale in stile anni 50, un toga party e la composizione dell'inno della scuola, inoltre Zack riuscì, prevedibilmente, anche a pomiciarsi Tori.


"Una gang bang? Non azzardatevi mai più a chiedermelo!"


L'unica stranezza in ciò era che tanto Tori era ben voluta da Zack, Slater, Lisa e Screech, al tempo stesso dovrebbe essere stata presa in fortissima antipatia da Kelly Kapowski e Jessie Spano dato che in presenza di Tori le altre due ragazze sono state alla larga dai loro amici, senza mai nemmeno incrociarli per i corridoi della scuola.
A un certo punto però Tori se ne andò da Bayside, e subito dopo Kelly e Jessie ripresero a frequentare i loro amici fino al giorno del diploma.


Finalmente Mr. Belding non regge più il moccolo!


Questa potrebbe essere la storia dell'improvvisa apparizione e succcessiva sparizione di Tori nel fittizio universo di Bayside School, ma la realtà è ben diversa: La produzione della serie era ormai conclusa, con tanto di episodi finali girati e pronti da mandare in onda. La NBC però all'ultimo momento chiese alla produzione di girare altri episodi da inserire nel mezzo della stagione conclusiva e così il cast venne richiamato all'improvviso: le uniche non disponibili furono Tiffany-Amber Thiessen ed Elizabeth Berkley, e per sopperire alla loro assenza gli sceneggiatori tirarono fuori il personaggio di Tori, interpretato dall'attrice Deanna Creel e questo cambio repentino e inspiegabile nell'era pre-internet ha lasciato perplessi vari spettatori in tutto il mondo all'epoca, me compreso.








"Il tempo sarà galantuomo con me..."
FIORELLINO
Dopo due stagioni trionfali, in cui si è imposto al grande pubblico come icona pop-televisiva nazionalpopolare (tanto da guadagnarsi anche un giornalino a fumetti all'epoca), Rosario Fiorello decide di mollare la conduzione del Karaoke all'apice del successo. Chi mai potrebbe sostituire un personaggio tanto carismatico che ha trasformato un semplice show dell'acces prime time in un rito sociale collettivo? Suo fratello, avrà pensato qualche dirigente di Italia 1.
Il giovane Beppe Fiorello si ritrovò in pasto alle folle del Karaoke sotto l'ingombrante ombra del fratellone, partendo già svantaggiato proponendosi con quel vezzeggiativo "Fiorellino" che lo sminuiva...meno male che non gli appiccicarono un codino finto! Come segno distintivo invece il nostro Fiorellino aveva un berretto con la visiera all'indietro, e purtroppo gli mancava l'esperienza, la scioltezza e soprattutto la capacità di coinvolgere le masse che aveva Rosario. Per dare un tocco di verve in più gli affiancarono a un certo punto Antonella Elia alla conduzione ma ormai il format era in fase calante , fino a concludersi per sempre.


   
Gotta catch 'em all!


Del giovane Fiorello si persero le tracce per qualche anno, per poi ricomparire come attore e finendo per diventare l'idolo delle 50-60enni grazie alle innumerevoli fiction di cui è protagonista su Raiuno, specializzato in personaggi positivi sia storici che contemporanei.




GLI ALTRI PIERINI
Il personaggio di Pierino, l'unica vera figura ricorrente delle barzellette era sempre stata una figura evanescente, come il suo mezzo d'espressione, fino a quando al suo passaggio sul grande schermo assunse le sembianze di Alvaro Vitali, la frase "Col fischio o senza?"  e il tema musicale fischiettato si imposero negli spettatori italiani ed europei e Alvaro interpretò Pierino per altri tre film successivi. Come di solito accade con prodotti di successo, altri produttori tirarono fuori nello stesso periodo nuovi film con Pierino come protagonista, ma interpretati da attori diversi, con la speranza guadagnarci a spese degli spettatori più distratti, dopotutto le barzellette non sono protette da copyright.


"Li mortacci de sti copioni!"
Il primo dei Pierini apocrifi è l'irritante Maurizio Esposito (Pierino il Fichissimo) nel suo unico ruolo di rilievo della sua carriera. Il film è considerato squallido anche da parte dei più fanatici fan del trash.
Il grande cinema italiano d'autore apprezzato in tutto il mondo.




A Esposito segue il corpulento e riccioluto Giorgio Ariani, protagonista di Pierino la Peste alla Riscossa, diretto dal maestro Umberto Lenzi. Del film si ricorda specialmente il bizzarro lavoro di casting: difatti il toscanissimo Pierino/Ariani aveva rispettivamente come padre e nonna due icone della romanità quali Mario Brega e la Sora Lella.


Pierino_la_peste_alla_riscossa_Giorgio_Ariani_Umberto_Lenzi-006.jpg


Il Trota: The Movie.
Le pari opportunità furono rispettate grazie alla presenza di Marina Marfoglia, prima e unica Pierina a cui li sceneggiatori non risparmiano una scena abbastanza bizzarra in cui spia Carmen Russo che si fa la doccia...



Prossimamente su Disney Channel!
L'ultimo Pierino apocrifo invece ha le fattezze di Roberto Gallozzi e curiosamente non era un adulto vestito da scolaretto, bensì un teenager belloccio dal sorriso maliardo. Il film è il misconosciuto Che Casino con Pierino, caratterizzato dalla sigla dei titoli di testa cantata da Nico Fidenco, che nulla ha da invidiare alle sue ben più famose sigle TV.

Sorry, ma pare che un'immagine più grande di questa non esiste in rete.






"Giuda Ballerino!"
GLI "883"
Un esempio lampante di come la quantità non sopperisce la qualità. Dopo aver realizzato i due album fondamentali della storia della musica italiana Mauro Repetto all'apice del successo, decise di mollare il progetto 883 per perseguire sogni d'amore e di gloria sviluppatisi in maniera rocambolesca, quindi al povero Max Pezzali toccò reggere per un pò la baracca da solo, oppure apparendo spesso in compagnia del fratello di Fiorellino (ricordo quando una volta Mike Bongiorno li presentò come "Fiorello e l'883", manco fosse un autobus), ma quando arrivò il momento di lanciare il terzo disco La Donna il Sogno il Grande Incubo, a Claudio Cecchetto venne l'idea di affiancare a Max un nutrito numero di musicisti (tra cui le ancora sconosciute Paola & Chiara come coriste), rendendo gli 883 una band a tutti gli effetti, sperando in un miglioramento nella dimensione live potesse spazzare tutti gli sfottò accumulati durante le performances ballerine di Repetto. 


"Dunque...dove cavolo ho lasciato le chiavi del furgone?"
Purtroppo col passare degli anni ci si rese conto che il vero problema degli 883 non era la presenza di Repetto come "performer", quanto l'assenza di Repetto come autore dei testi: difatti la freschezza e l'immediatezza delle canzoni Pezzali/Repetto si son perse man mano nei dischi successivi, che iniziavano a riempirsi di pezzi banalotti e senza parolacce, con una tendenza verso ballate romantiche che al confronto Come Mai pareva un pezzo dei Megadeth.
Il brand 883 finisce comunque sempre con identificare unicamente Max Pezzali, fino al suo abbandono nel 2003, nel frattempo la band di supporto si era dedicata, oltre a fare i turnisti nei live, soprattutto come personaggi di supporto negli innumerevoli videoclips, nonché in quel "capolavoro" cinematografico che è stato Jolly Blu.


We'll never forget you!


"Ciao bambini!"
ROBERTO CERIOTTI
Questo baldo giovine dai ricci scuri, occhi azzurri e naso prominente passò da perfetto sconosciuto ad amico dei bambini di tutta Italia: Roberto Ceriotti ebbe l'onere e l'onore di sostituire Piolo Bonolis a Bim Bum Bam quando questi, dopo anni di onorato servizio, decise di mollare per passare ai programmi per i più grandicelli. Per il sottoscritto, ancora sconvolto dal passaggio dalle elementari alle medie, significò un ulteriore segno della fine della spensieratezza e della consapevolezza che la sinistra ombra della preadolescenza iniziava a proiettarsi minacciosa su di me, acne e baffetto "portoricano" compresi. 


Giovani, sorridenti e ignari riguardo un futuro fatto di telepromozioni.


Roberto di sicuro non aveva la verve di Bonolis quando battibeccava con Uan o col Signor Brandolin e tantomeno aveva la sua espressività, quella che noi bimbi apprezzavamo quando faceva la faccia da minchione afflitto durante le sigle girate a Gardaland, ma come è giusto che sia il vecchio deve cedere spazio al nuovo e Roberto riuscì a fare breccia nei cuori della generazione di piccoli spettatori successiva alla mia, anche grazie a Batroberto!


Ingiustamente escluso dal rilancio dei New 52.








"Queste cinture El Charro ci fan troppo galli, Vance!"
COY & VANCE DUKE
Nel 1982 John Schneider (Bo) e Tom Wopat (Luke) mollarono la produzione e le riprese della quinta stagione di Hazzard per beghe finanziare e sullo sfruttamento dell'imagine. La Produzione venne presa alla sprovvista dall'abbandono dei protagonisti e mentre cercava di convincerli a ritornare sui loro passi, non riuscì a trovare un'idea migliore di sostituire i cugini Duke con altri cugini Duke. Onestamente sarebbe stata una mossa migliore quella di rendere la cugina Daisy protagonista assoluta, non credo che gli ascolti ne avrebbero risentito, anzi...
Invece Coy (Byron Cherry) e Vance (Christopher Mayer) vennero introdotti nello show in fretta e furia come meri sostituti di Bo e Luke, durarono 17 episodi per poi sparire definitivamente tra le pernacchie dei fans, ovviamente. 


Il Whiskey di Zio Jesse è una bomba: basta un sorso e già si inizia a vedere doppio!


Infatti gli altri Dukes erano la fotocopia dei loro predecessori, sia fisicamente che caratterialmente (evidentemente oltre alla distilleria clandestina lo zio Jesse aveva un laboratorio e vasche per la clonazione umana). Pensate che gli unici elementi di differenziazione erano i colori delle camicie opposti... Da allora Coy e Vance Duke sono entrati a pieno diritto nel pantheon dei personaggi sfigati della serialità USA assieme a figure tragiche come Chuck Cunningham, Judy Winslow, il Cugino Oliver e Scrappy-Doo.


Sfidando i pregiudizi di una società bigotta.








TAKESHI DOLL/MASHIRO TAMIGI
Qual'è il modo migliore di sostituire il protagonista di uno show, che oltretutto porta il suo nome, durante un periodo in cui gli è stato addirittura proibito di comparire in TV?
Semplice: si dice agli scenografi di realizzare un' enorme mascherone che riproduca la testa del personaggio in questione e lo si infila sulla testa di un figurante qualsiasi.Questa trovata geniale avvenne quando Takeshi Kitano, di cui in Italia ai tempi di Mai Dire Banzai non avevamo idea di chi fosse realmente e per noi era solo "Gennaro Olivieri giapponese", quando fu estromesso dal suo Takeshi's Castle e dal mezzo televisivo in generale per aver maltrattato un paparazzo (esistono anche in giappone.)



"E' come se Martufello vincesse l'Oscar!" (cit. Giorgio Gherarducci, Gialappa's Band, dopo  la vittoria di Takeshi Kitano al Festival di Venezia per il film Hana-Bi.)
Il buffo Takeshi Doll, ribattezzato dai Gialappa's Mashiro Tamigi, è anche la pregevole dimostrazione di come i nipponici siano riusciti a trasferire l'estetica Super Deformed tipica di Manga e Anime in un contesto reale e tridimensionale.


Da Doll a Dolls il passo è stato breve.
Peccato che questa idea non abbia preso piede in altri contesti (non sarebbe stata una figata che il Cabo nei concerti dei Litfiba fosse salito sul palco con addosso il capoccione di Piero Pelù?).


"Niente battutine sull'eiaculazione precoce, ok?"
BARRY ALLEN
Concludiamo la nostra carrellata con un caso inconsueto di sostituito che sostituisce il proprio sostituto: Barry Allen, meglio conosciuto come Flash: uno dei principali supereroi della DC Comics. Il Velocista Scarlatto è considerato generalmente come il personaggio che rilanciò i comics supereroistici durante gli anni 50 (la cosiddetta Silver Age) sfrecciando per Central City e combattendo contro gorilla parlanti e altri bizzarri e colorati criminali vestiti da eschimesi o pifferai per ben tre decenni fino alla sua eroica morte che ha salvato l'universo DC nell'epica e incasinata Crisis on Infinite Earths, come dire, la fine di un'epoca.


Pietra miliare.
Ad indossare la tutina di Flash immediatamente dopo troviamo Wally West, conosciuto precedentemente come Kid Flash (primo esempio di giovane spalla promossa a sostituta del suo mentore in ambito supereroistico). Il nuovo Flash, grazie anche ad acclamate runs narrative come quelle di Mark Waid o Geoff Johns (innamorati dichiarati di Wally West), ha corso per i vent'anni successivi creandosi un fandom forse anche più fedele e rumoroso rispetto al suo predecessore, complice anche il fatto che i lettori in questo periodo si sono trasformati da ragazzini a nerds 20-30-40enni vergini e dotati di connessione ad internet.


Se vuoi raggiungere la vetta, devi prima fare la gavetta, Wally...


Finché un bel giorno al capo supremo della DC, Dan DiDio (non Andreotti) ha avuto la geniale pensata di far riportare in vita Barry Allen, così tanto perché alla fine quando i supereroi che muoiono tornano sempre in vita in qualche modo, sminuendo così il suo epico sacrificio durante la Crisis. I Risultati? Fans incazzati e delusi perché Wally è stato messo da parte, mentre il ritorno di Barry è stato accolto non dico con indifferenza ma quasi. Per via di questa mossa DiDio e Johns si ritrovano sempre parecchia gente durante le convention fumettare che chiede la fatidica domanda "Farete tornare Wally West?" costringendo i due a inventarsi risposte più o meno plausibili e diplomatiche per l'eternità.


Era meglio se seguivi il suo consiglio Wally, in cambio lui ti ha fregato il posto di lavoro.

Nessun commento:

Posta un commento