lunedì 28 gennaio 2013

REVIEW: DJANGO UNCHAINED

Questo week-end ho avuto il piacere di vedere Django Unchained, l'ultima opera del mio amico (nell'ipotetica ipotesi che un giorno dovessimo incontrarci e scambiare quattro chiacchere, di sicuro finiremmo per diventare amiconi.) Quentin Tarantino


"Che cazzo vuoi? Stammi alla larga!!!"

Come non detto. E anche stavolta non sono rimasto deluso dalla visione.






Chi vi scrive non è mai stato un fan del western classico: John Ford, John Wayne, Gary Cooper e soci li ho sempre trovati noiosi, mentre i cosiddetti Spaghetti Western li ho sempre ritenuti superiori a livello d'intrattenimento. Hanno quel tocco di ironia che non guasta, una caratterizzazione di gran lunga più originale dei personaggi, e trovate assurde e spesso anacronistiche che non guastano. Tutti espedienti narrativi che vanno bene sia per le storie più violente e truci (Django, l'originale), che per quelle più leggere e divertenti (Trinità). Aggiungo anche che sono di parte, visto che praticamente tutti questi film sono stati girati nella mia amata Almeria. Praticamente ho lo Spaghetti Western nel DNA.


Mini Hollywood, deserto di Almeria (SP)

Non credo che lo zio Quentin abbia anche lui parenti dalle parti di Almeria, ma lo Spaghetti Western nel DNA ce l'ha a dosi superiori. Azzardo a dire che nel suo sistema sanguigno al posto dei globuli rossi ha i fagioli di Terence Hill e il tabacco del sigaro di Clint Eastwood. Django Unchained vuole omaggiare questo genere, la sua estetica, i suoi autori, le sue musiche e il suo spirito. 



C'era anche Franco Nero!
Ma va ben oltre a questo: in questi tempi di crisi economica, Tarantino viene incontro al pubblico con un'offerta speciale, un 2x1. Assieme all'omaggio al Western all'italiana troviamo anche quello alla Blaxploitation, anch'esso molto apprezzato da Tarantino, come si è visto nei suoi lavori passati. Possiamo dire che il dosaggio degli ingredienti è: 60% Blaxploitation e 40% di Spaghetti Western. Il suo Django entra di diritto nel pantheon delle icone del genere assieme a Shaft (citato con molta evidenza), Blacula, Foxy Brown, Cleopatra Jones, il Mr. Williams di Operazione Drago e Boss Nigger, il suo diretto antecedente.



Proprio così, nemmeno stavolta Tarantino si è inventato niente. Chi lo accusa di essere un arraffone senza personalità sbaglia: Lui si diverte ad omaggiare, rubare e rielaborare tutto ciò che la sua mente ha assorbito negli anni, in più riesce a dargli una storia solida di base corredata da una grande cura in ogni singolo dettaglio nella sua realizzazione: Il concetto base di Cultura POP assimilato alla perfezione. Mica stiamo parlando di un Seth McFarlane qualsiasi...



I dialoghi iperverbosi e dannatamente cool (specialmente quelli pronunciati dal personaggio interpretato da Christoph Waltz. Tarantino riesce lo stesso a infilare dissertazioni pop anche in un epoca in cui non esistevano i mass media, in questo caso utilizzando la leggenda di Siegfried e Dumas e i Tre Moschettieri)  sono sempre, per quel che mi riguarda, una gioia per le orecchie e per la mente. C'è a chi ormai possono aver stufato, che risultano antinaturali. Dopotutto stiamo parlando di cinema, e pago il biglietto per vivere un'esperienza superiore che non posso avere nella vita reale. Se voglio sentire dialoghi sciatti e banali vado a fare una passeggiata in Via del Corso.



Sicuramente questo film è già diventato, o diventerà, un must per il pubblico di colore in generale, con buona pace di Spike Lee. Una cosa che mi sono sempre sempre chiesto è: come sarebbe se i neri nella realtà parlassero allo stesso modo di come vengono rappresentati in certi film? Amici lettori, voi ce li vedreste quei fratelli africani che girano per le nostre città vendendo calzini e fermandoci chiedendoci un euro, mentre parlano come Jaime Foxx o come Samuel L. Jackson in Pulp Fiction? Roba del tipo:

"Signora, da stamattina ho già girato per questo cazzo di quartiere a piedi ben dieci volte, con questi calzini di merda appesi come fossi un fottutissimo albero di Natale. Mi rendo conto che fanno schifo e che non si sognerebbe mai di comprarli per suo figlio, ma questa merda è l'unico modo che ho per tirare avanti, e credo proprio che non le piacerebbe trovarsi davanti un negro incazzato che la minaccia con un coltello di dargli il portafoglio. Quindi mi dia un fottutissimo euro per cortesia, tanto a lei non cambia niente e vive serena lo stesso, e io magari riesco a mettere insieme una cifra decente da potermi permettere un cazzo di tramezzino tonno e pomodoro, perché la mia religione mi vieta di mangiare quello wurstel e carciofini, che mi darà l'energia per proseguire questa giornata di merda, uguale alle giornate di merda passate e alle giornate di merda che verranno. Sia gentile, così la lascio in pace e potrà portare il suo culo bianco a fare la spesa, a prendere i bimbi a scuola, e dove cazzo vuole lei!"

Sarebbe divertente, no?

A proposito di Jaime Foxx: cosa aspetta la Marvel a dare l'OK a un film su Luke Cage con lui come protagonista? Secondo me sarebbe perfetto. 

  

Anzi, perché non fanno dirigere direttamente a Tarantino un bel Power Man & Iron Fist? Di sicuro sarebbe pane per i suoi denti.



Mi ha molto colpito anche la comparsata che lo stesso Quentin Tarantino si è ritagliato nel film. Non credevo che una persona potesse avere la scucchia e il doppio mento contemporaneamente!

L'unica cosa che mi riempie di tristezza è pensare che debba essere per forza un regista americano ad omaggiare il glorioso cinema di genere italiano, mentre gli autori di casa nostra, piuttosto che tenere il genere in vita perferiscono dedicarsi a polpettoni d'autore sulla società odierna ambientati in salotti con Laura Morante che urla e Margherita Buy che bisbiglia, oppure in commediole ammiccanti (ormai il cinepanettone è praticamente morto). Cari registi odierni, al fomento e all'adrenalina degli spettatori non ci pensate?
Rivogliamo cose come questo:



O questo...




O questo...



Concludo la review col capitolo citazioni. Attenzione, non mi metterò a fare il compitino con la lista dei rimandi ai vari film che già avranno fatto altrove per farvi vedere quanto sono cinefilo, no. Però credo di aver individuato un paio di citazioni di tutt'altro genere che forse a molti acuti osservatori sono sfuggite: se il nome del personaggio principale femminile non è Brunhilde ma la sua storpiatura Broomhilda, vorrà dire che Zio Quentin si sarà ricordato dell'omonima buffa e irascibile strega protagonista di una famosa striscia a fumetti.

  

Invece la morte del malvagio Calvin J. Candie/Leo DiCaprio, e la conseguente sparatoria dentro Candyland mi sono sembrate una rielaborazione del combattimento con Sir Richard Rose, boss finale dello spettacolare Sunset Riders (1991, Konami), ci sono gli scagnozzi che sparano a ripetizione dalla balconata, e la morte del villain viene raffigurata col dettaglio del fiore all'occhiello in entrambi i contesti.






In tema di videogames: all'uscita dal cinema trovo un cabinato arcade di quelli col MAME incorporato (purtroppo assente nel cinema dove ho visto Ralph Spaccatutto...lì si che avrebbe concluso degnamente la serata!). Ancora su di giri dalla visione del film speravo proprio di sputtanarmi un euro con un paio di partite proprio a Sunset Riders, ma purtroppo non c'era. E nemmeno Wild West C.O.W.Boys of Moo Mesa, sempre della Konami. Alla fine ho ripiegato su una partita ad Aero Fighters 3 (personaggio scelto: Hien, il ninja pilota del Caccia Zero), seguita da una partita a Captain Commando (personaggio scelto: Baby-Head).








Nessun commento:

Posta un commento